Successione: meglio lasciare immobili o investimenti mobiliari?

E’ noto che la comunione ereditaria, ossia il passaggio dei beni agli eredi in maniera indivisa, è un problema che spesso rischia di innescare conflitti ereditari dirompenti per l’unità delle famiglie e del loro portafoglio. Per non procurare difficoltà ai nostri cari e se vogliamo lasciare un patrimonio che venga valorizzato al massimo e non svenduto è necessario fare per tempo alcune riflessioni e valutazioni.

Anzitutto è necessario valutare di quali beni e valori disponiamo; quali eredi abbiamo e quali sono le loro disponibilità e preferenze. Al di là del valore economico è necessario valutare se ciò di cui disponiamo verrà lasciato nelle mani giuste. Ad esempio: avrebbe senso lasciare un immobile enorme e bisognoso di manutenzione a due figli giovani ancora in cerca di impiego? Saranno in grado di gestire una ristrutturazione? Avranno le risorse economiche necessarie a mantenere l’immobile?

Sicuramente il primo ostacolo, anche emotivo, è di chi deve decidere: è necessario uno sforzo nell’immedesimarsi nella situazione di chi verrà dopo di lui; non è detto che i nostri eredi abbiano gli stessi nostri riferimenti valoriali!

La grande casa in campagna abbandonata da tempo che Mario, impiegato di banca, ha ereditato dallo zio, è stata sicuramente una manna dal cielo. Questo specialmente se Mario avesse voluto cambiare vita, ristrutturandola e aprendo il suo bed & breakfast. Visti gli enormi costi di ristrutturazione, che Mario non può permettersi, non sarebbe stato meglio che lo zio avesse provveduto a venderla per tempo lasciando in eredità un controvalore in denaro più facilmente gestibile? Tale operazione sarebbe stata sicuramente meno dispendiosa a livello burocratico e fiscale. Inoltre se al posto del solo Mario ci fossero stati 3 nipoti la divisione del denaro sarebbe stata senza problemi né costi.

Le valutazioni da effettuare, oltre alle trasformazioni in denaro sopra citate, sono anche di carattere fiscale. Ricordo infatti, che in Italia la trasmissione dei beni è soggetta a imposte di successione ( e donazione ) dal 4% al 8% con ampie franchigie per alcuni eredi. Mentre per gli immobili non è prevista nessuna dispensa dalle imposte di successione, per gli investimenti finanziari esistono alcuni strumenti che godono di interessanti esenzioni e che non devono sottostare a tutta la procedura della successione ( alcuni strumenti non erodono nemmeno la franchigia: se non ricordate quali chiedetelo al vostro consulente!).

E’ importante sapere che nel passaggio degli immobili è necessario pagare le imposte ipo-catastali ancora prima di disporre dell’immobile stesso: di importo irrisorio se prima casa, altrimenti il 2% l’imposta di trascrizione e l’1% l’imposta catastale. Non parliamo poi degli adempimenti burocratici ed economici connessi: attestazione della regolarità in ambito catastale, registrazione dei contratti e regolarità degli impianti, costi di manutenzione ordinaria e straordinaria, assicurazioni, spese condominiali, ecc.).

Quindi lasciando immobili, i nostri eredi, se non hanno i mezzi o le capacità e l’interesse, potrebbero dover arrivare a svendere le abitazioni pur di sbarazzarsene.

Gli investimenti mobiliari, oltre alle eventuali imposte di successione, che si possono evitare, hanno un carico fiscale nullo nel passaggio e più leggero nella detenzione ( 2 per mille annuo ).

Quindi meglio lasciare agli eredi immobili o investimenti mobiliari? Dipende dalla situazione familiare di ognuno: magari se li possono permettere magari no!

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Enrico Zuccato

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