I Vantaggi fiscali della previdenza integrativa
di Enrico Zuccato | pubblicato il 1 maggio 2023
Durante il periodo lavorativo siamo chiamati a prendere delle decisioni importanti in merito al nostro futuro previdenziale. È noto che la previdenza obbligatoria non sia sufficiente a garantire un tenore di vita accettabile durante l’età pensionistica ed è quindi necessario guardare oltre, verso forme di tutela che ci permettano di vivere sereni oggi e nel futuro.
Prima di iscriversi ad una forma previdenziale integrativa è però necessario conoscere alcuni aspetti imprescindibili, per ottimizzare al meglio la nostra posizione. Vediamo insieme quali sono i principali vantaggi fiscali da tenere in considerazione durante il nostro processo decisionale:
1) È possibile dedurre dal proprio reddito complessivo i contributi versati fino al limite annuo di 5.164,57 euro, che include anche il contributo del datore di lavoro e i versamenti a favore dei soggetti fiscalmente a carico.
2) Un altro aspetto importante da considerare riguarda l’allocazione all’interno della forma pensionistica, che può influire notevolmente sulla tassazione dei rendimenti. Infatti, la composizione degli investimenti può determinare l'aliquota applicata. Ad esempio, i rendimenti ottenuti dagli investimenti in titoli di Stato e titoli equiparati godono di un'aliquota agevolata del 12,50%, mentre i rendimenti provenienti da altri tipi di investimento sono tassati al 20%. Questi ultima aliquota rappresenta un vantaggio significativo, rispetto ai medesimi strumenti al di fuori della forma pensionistica, che invece sono soggetti ad un'aliquota del 26%. Pertanto, scegliere gli investimenti adeguati all'interno della forma pensionistica complementare può essere un modo efficace per ottimizzare la tassazione dei rendimenti.
3) Quando si arriva al momento del pagamento della prestazione, la tassazione può sembrare un aspetto preoccupante per molti. Tuttavia, in questo caso, la tassazione appare favorevole. Infatti, il valore che deriva dai versamenti effettuati è assoggettato a un'agevolazione fiscale pari al 15%. Tale aliquota si riduce inoltre, in funzione dell'anzianità di partecipazione al sistema di previdenza complementare in modo progressivo. Se si è iscritti da almeno 15 anni, l'aliquota diminuisce dello 0,30% per ogni anno aggiuntivo, fino ad un massimo di taglio pari al 6%.
4) Per quanto riguarda invece le anticipazioni e i riscatti, le prime vengono assoggettate ad un’imposta pari al 9%-15%, degressive in base all’anzianità di partecipazione al fondo, e relative alle anticipazioni per spese sanitarie. Se invece si richiede un’anticipazione per altre esigenze, l’aliquota passa al 23%. Lo stesso vale per i riscatti per cessazione dell’attività lavorativa. In caso di altri specifici casi, invece, a titolo esemplificativo la mobilità, l’aliquota scende e può arrivare fino al 9%.
E’ indubbio che la previdenza complementare sia un modo efficace per ottimizzare il capitale in vista di un “rischio di longevità” e per garantire il proprio tenore di vita nel tempo.
La pianificazione fiscale, anche in ottica previdenziale, assume quindi una rilevanza imprescindibile in una decisione ponderata di allocazione del capitale, di tutela delle esigenze e in caso di ciclo di vita prolungata.