Gli errori cognitivi negli investimenti e il ruolo della consulenza

La teoria economica tradizionale si fonda sul presupposto di razionalità degli investitori volta a perseguire il concetto di massima utilità e l’ottimizzazione dei profitti. Durante il reale processo di investimento, che si concretizza nell’acquisto o vendita di uno o più strumenti finanziari, entrano però in gioco molti altri fattori determinanti, che è necessario conoscere per avere una visione più obiettiva in merito alle proprie decisioni finanziarie.


All’apparenza il percorso di scelta sembra un processo lineare, dettato dalle informazioni a nostra disposizione e da fattori puramente tecnici ma, in realtà, è un percorso più complesso e un delicato equilibrio tra emozioni e pensiero logico.


Tra gli elementi dominanti, che giocano un ruolo chiave nell’elaborazione di una decisione di investimento, si presentano le euristiche comportamentali, ovvero la tendenza del singolo a sviluppare delle convinzioni attraverso “scorciatoie” mentali fondate su esperienze passate e giudizi personali piuttosto che sulle informazioni disponibili.


Questi aspetti possono minare il pensiero logico e razionale e condurre a errate scelte e decisioni in relazione alla propria allocazione di portafoglio.


Vediamo alcuni bias comportamentali, tra i più comuni, a cui bisogna prestare attenzione:


  •  Bias di ancoraggio. Il pregiudizio di ancoraggio si verifica quando si mantiene salda una convinzione iniziale nonostante le nuove informazioni possano contraddire la nostra valutazione.

  • Effetto Gregge. Questo bias comportamentale si verifica quando le decisioni di altri (amici, parenti, familiari etc...) influenzano le nostre scelte e ci portano a dimenticare i nostri obiettivi individuali.

  • Contabilità mentale. È la tendenza ad inquadrare i nostri risparmi in “cassetti mentali” dettati dalla provenienza di quel risparmio (lavoro, vincita, eredità etc...). Se è stato più semplice ottenere un capitale, allora sarà più semplice allocarlo senza pensieri.

  • Bias della Familiarità: prendere decisioni e scegliere investimenti maggiormente legati ad aziende o contesti conosciuti e popolari, piuttosto che ragionare e sviluppare nuovi pensieri sulle informazioni messe a disposizione.


Come questi bias cognitivi ne esistono molti altri, che è necessario conoscere e creano delle distorsioni nel processo di investimento. Il ruolo del consulente è proprio quello di aiutare il superamento di questi pregiudizio e valutazioni personali mostrando criteri decisionali basati sui dati e informazioni oggettive.


Per approfondire l’argomento può rivelarsi utile ed interessante la lettura di “Pensieri Lenti e veloci” dei due psicologi israeliani Daniel Kahneman, premio Nobel per l’economia nel 2002. Questo saggio può migliorare il processo cognitivo e rivelare alcuni bias personali meno noti.

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Enrico Zuccato

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