Quanto ne sai della tua pensione? Mettiti alla prova...
di Enrico Zuccato | pubblicato il 29 agosto 2022
Il sistema di previdenza di base è profondamente cambiato negli ultimi decenni: dal sistema retributivo si è passati al sistema contributivo. Questo in breve significa che la pensione non viene più determinata sulla base dell’ultima retribuzione percepita - tipicamente al culmine della carriera, con uno stipendio, in genere, più alto rispetto ai primi anni di lavoro - ma sulla base dei contributi versati nel corso dell’intera vita lavorativa. In questo modo, però, le nuove generazioni non potranno contare sulle stesse pensioni di genitori e nonni.
A questo cambio di rotta si aggiungono altri problemi come il cosiddetto “rischio politico” ovvero il rischio che la politica cambi i requisiti di pensionamento modificando e intralciando i piani dei lavoratori, costretti a rinviare la fine dell’attività oppure, più raramente, ad anticiparla.
Si tratta di un rischio che l’individuo non può controllare. L’unico modo per fronteggiare il problema della pensione è essere pronti: iniziare il proprio percorso previdenziale risparmiando fin da subito.
I più giovani, tendenzialmente, non pensano alla pensione: “è ancora lontana”, “al momento ho altro a cui pensare” “non è tra le mie priorità"...
Queste le cose che facilmente capita di sentire.
Sapere, però, quando si potrà andare in pensione è la base per costruire il proprio percorso professionale e previdenziale e non una banalità da tralasciare. Pensare alla propria pensione preventivamente non è difficile come potresti pensare.
Prendiamo ad esempio il caso di Giovanna, una ragazza di 30 anni, che da quattro anni ha finito i suoi studi ed ha iniziato a lavorare come architetto. La giovane, interessata alla questione “pensione”, mi ha chiesto un aiuto per organizzare i propri risparmi. Insieme, tramite il Pensionometro del Sole 24 Ore, abbiamo inserito i seguenti parametri relativi alla sua personale situazione:
4 anni di carriera alle spalle;
30.000 euro di reddito netto annuo;
la sua previsione di carriera, ovvero media.
L’età in cui è previsto il pensionamento di Giovanna è 66 anni.
La pensione prevista per Giovanna è di 21.169 euro con una differenza di ben 28.628 euro da quello che era il suo reddito. In altre parole, la sua pensione sarà solo il 42,5 % del suo reddito netto ante pensione.
Al fine di eliminare le sue preoccupazioni abbiamo elaborato un piano di risparmio che le consenta di ridurre sensibilmente il gap e al contempo usufruire di importanti benefici fiscali riservati agli aderenti alle forme di previdenza complementare.
Cosa significa aderire alla previdenza complementare?
Il lavoratore decide di accantonare in un fondo specifico somme di denaro che vengono investite da operatori specializzati sul mercato finanziario, sino al momento della pensione del lavoratore stesso, per conseguire un rendimento aggiuntivo.
Vediamo le 3 tipologie di forme pensionistiche complementari a cui è possibile aderire:
I fondi pensione negoziali o chiusi, destinati solo a specifici gruppi di lavoratori
I fondi pensione aperti, forme pensionistiche complementari istituite da banche, imprese di assicurazioni, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM).
I Piani Individuali Pensionistici (PIP) che consistono in polizze assicurative sulla vita con finalità previdenziale.
Ci sono altre ragioni per cui risulta importante pensare ad una integrazione per tempo: la pensione integrativa, infatti, è uno strumento vantaggioso anche grazie al beneficio, riconosciuto agli aderenti, di deducibilità fiscale dei contributi versati al fondo pensione dal reddito IRPEF dichiarato annualmente.
Non bisogna dimenticare che, affinché il fondo pensione diventi un’opportunità reale per mantenere uno stile di vita adeguato anche durante la vecchiaia, è necessario pensarci per tempo, poiché il capitale accumulato è ovviamente proporzionale al numero di anni dei versamenti effettuati.
Sempre attraverso il Pensionometro, io e Giovanna abbiamo analizzato l’elaborazione che lo strumento ci ha proposto, sulla base dei dati da noi inseriti, ovvero:
- una previsione di risparmio di 300 euro al mese;
- un profilo di rischio bilanciato;
Il risultato è che a fronte di 220.599 euro di montante accumulato da Giovanna, la rendita annua stimata è pari a 9.174 euro, che corrisponde a un recupero del 18,4% rispetto al gap tra ultimo stipendio e primo assegno pubblico.
Il sole 24 ore ha sviluppato, inoltre, un test che ti può aiutare a capire quanto sei ferrato in tema e se, quindi, puoi dire di star risparmiando in maniera adeguata.
Nella scelta del fondo di previdenza complementare il ruolo del consulente finanziario è fondamentale. Infatti, valutare e confrontare costi ed efficienza di un fondo pensione, è un’operazione importante che necessita dell’aiuto di un professionista. Inoltre, un consulente verificherà periodicamente che le scelte fatte al momento dell’adesione siano ancora le migliori in base alle proprie necessità: è sempre possibile modificare i contribuiti, cambiare la linea d’investimento (si differenziano in base agli strumenti finanziari acquistati) oppure decidere di trasferire la posizione individuale presso un’altra forma complementare.
Un consulente vicino a te ti aiuterà ad assumere la giusta consapevolezza sulla tua futura pensione e sarà sempre presente, pronto agli eventuali cambiamenti di scenario di carriera e profili di rischio.
Solamente in questo modo potrai avere sotto controllo quella parte del destino previdenziale controllabile, da sottrarre al “rischio politico”.