Quale valore dai alla tua salute e a quella dei tuoi cari?

Solitamente le persone tendono a non seguire il detto “meglio prevenire che curare”. Si tende, infatti, a non dare il giusto peso ai problemi prima che questi ultimi diventino tali. Ci sono eventi della vita, soprattutto per quanto attiene la nostra salute e quella dei nostri cari, che una volta verificatisi sono irreversibili. Non c’è cosa peggiore di essere costretti a dire: “se solo ci avessi pensato prima!”

Tra questi possibili rischi c’è quello di arrivare alla veneranda età di 80/85 anni (dal momento che secondo i dati Eurostat il nostro paese vanta tra le più alte aspettative di vita) con più di qualche acciacco.

Mi spiego meglio attraverso qualche numero più preciso. Nella tabella qui sotto (con dati ISTAT 2020) possiamo notare (con un certo entusiasmo) come la speranza di vita della popolazione in media sia di 85 anni. Il problema, che ci deve saltare agli occhi e su cui non possiamo sorvolare, è l’elevata probabilità di arrivare ad un’età così longeva con limitazioni nel compiere, a causa di problemi di salute, le attività che abitualmente le persone svolgono. Le aspettative di vita per un/a sessantacinquenne senza limitazioni scendono, infatti, a 10/11 anni.


Fonte: 53° rapporto CENSIS dicembre 2019, ISTAT 2020, maggio 2021

Il rischio, in questo caso, è quello di trovarsi impreparati quando non saremo più in grado di compiere azioni normali come vestirsi o lavarsi, e la nostra capacità di generare reddito si ridurrà o annullerà, determinando così un forte impatto sul tenore di vita della nostra famiglia. 

Quello che preoccupa, inoltre, è il fatto che questo rischio rappresenti una probabilità crescente, tant’è che, ad esempio, tra i 75 e i 79 anni il tasso di disabilità di donne e uomini è rispettivamente del 25% e del 20%.


Fonte: MEF – RGS – Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – luglio 2018 

Prendiamo ad esempio il caso di un soggetto, la cui madre anziana e malata di Parkinson, è da anni seguita da una badante convivente. Presto costui si renderà conto che l’indennità di accompagnamento, ovvero la prestazione “assistenziale” che arriva dallo stato, non è sufficiente a garantire alla madre l’aiuto di cui lei ha bisogno. Così i famigliari della donna dovranno cercare di sostenerla ed assisterla al massimo delle loro possibilità. 

Le strutture sanitarie residenziali coprono solo il 9 % delle persone che potenzialmente ne avrebbero bisogno, ed il restante che deciderà di affidarsi ad una badante dovrà essere pronto a versare in media 1.550 euro al mese

Come far fronte, quindi, al problema di non autosufficienza?

Tra i tanti possibili strumenti, si dimostra utile la polizza long term care (ltc), che interviene in caso di perdita dell’autosufficienza.                            

Quali sono le condizioni per poterla stipulare?                                                            

Le polizze ltc possono essere acquistate solo se sei perfettamente in salute al momento della stipula, e se non hai superato una determinata età anagrafica, che varia di compagnia in compagnia. A fronte del pagamento di un premio, la polizza ltc riconosce il rimborso delle spese mediche e di quelle per l’assistenza. 

È certo che le scelte su quali rischi siano meritevoli di tutela, dipendono dalle nostre vite e dal nostro reddito e quindi differiscono per ognuno di noi. Per questo è necessaria la pianificazione e l’aiuto di un consulente, con cui capire le proprie priorità e, di conseguenza, individuare i prodotti a noi più adatti e utili a porre fine alle nostre preoccupazioni.

È necessario però agire in tempo e pensarci preventivamente.



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Enrico Zuccato

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