Previdenza complementare: una scelta quasi obbligata per i giovani!
di Enrico Zuccato | pubblicato il 15 ottobre 2021
Il sistema di previdenza di base è profondamente cambiato negli ultimi decenni: dal sistema retributivo si è passati al sistema contributivo. Questo in breve significa che la pensione non viene più determinata sulla base dell’ultima retribuzione percepita - tipicamente al culmine della carriera, con uno stipendio, in genere, più alto rispetto ai primi anni di lavoro - ma sulla base dei contributi versati nel corso dell’intera vita lavorativa. In questo modo però le nuove generazioni non potranno contare sulle stesse pensioni di genitori e nonni.
Inoltre, come evidenziato da Il Sole 24 ore in un articolo del 13 ottobre 2021, la rivalutazione riferita al 2021 dei montanti contributivi maturati presso l’Inps sarà negativa. La riduzione non sarà direttamente applicata alle prestazioni accumulate, in quanto scatta un meccanismo che porta a zero la rivalutazione negativa, ma in occasione del primo coefficiente positivo quest’ultimo sarà ridotto dello 0,0215 % previsto per quest’anno.
Perciò, la previdenza complementare rappresenta ormai una scelta quasi obbligata per i giovani!
Ci sono altre ragioni per cui risulta importante pensare ad una integrazione per tempo: la pensione integrativa, infatti, è uno strumento vantaggioso anche grazie al beneficio, riconosciuto agli aderenti, di deducibilità fiscale dei contributi versati al fondo pensione dal reddito IRPEF dichiarato annualmente. Lo Stato infatti, per incentivare l’adesione ad una forma di pensione integrativa a quella pubblica, premia gli iscritti ad un fondo pensione. Durante il periodo di accumulo, puoi dedurre dal reddito i contributi versati fino al limite di 5.164,57 euro annui. Inoltre, i rendimenti maturati nel corso della gestione dei versamenti subiscono un prelievo fiscale tramite imposta sostitutiva pari al 12,5% sui rendimenti da Titoli di Stato e al 20% sui rendimenti da altri impieghi.
Le prestazioni finali, sia in forma di rendita che di capitale, verranno poi tassate con un’aliquota del 15% che si riduce dello 0,30% all’anno per ogni anno di permanenza nel fondo pensione oltre il quindicesimo, fino a un’aliquota minima del 9%.
Anche in caso di destinazione del TFR ad una forma complementare i vantaggi sono molteplici: di tipo prevalentemente fiscale, ma non solo.
Inoltre, affinché il fondo pensione diventi un’opportunità reale per mantenere uno stile di vita adeguato anche durante la vecchiaia, è necessario pensarci per tempo, poiché il capitale accumulato è ovviamente proporzionale al numero di anni dei versamenti effettuati.
Aderire anche con piccoli versamenti, fatti in modo continuo e fin dall’inizio della carriera, può portare nel lungo periodo a formare un capitale interessante: un orizzonte temporale lungo equivale ad una gestione ancora più efficiente perché porta a compensare le eventuali oscillazioni di mercato e, grazie al meccanismo denominato interesse composto, gli interessi generati, a seguito dell’investimento del capitale, generano essi stessi degli interessi. In questo modo è possibile ottenere una crescita esponenziale dei propri risparmi.
Cosa significa quindi, aderire alla previdenza complementare?
Il lavoratore decide di accantonare in un fondo specifico somme di denaro che vengono investite da operatori specializzati sul mercato finanziario, sino al momento della pensione del lavoratore stesso, per conseguire un rendimento aggiuntivo.
Vediamo le 3 tipologie di forme pensionistiche complementari a cui è possibile aderire:
- I fondi pensione negoziali o chiusi, destinati solo a specifici gruppi di lavoratori
- I fondi pensione aperti, forme pensionistiche complementari istituite da banche, imprese di assicurazioni, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM).
- I Piani Individuali Pensionistici (PIP) che consistono in polizze assicurative sulla vita con finalità previdenziale.
Nella scelta del fondo di previdenza complementare il ruolo del consulente finanziario è fondamentale. Infatti, valutare e confrontare costi ed efficienza di un fondo pensione, è un’operazione importante che necessita dell’aiuto di un professionista. Inoltre, un consulente verificherà periodicamente che le scelte fatte al momento dell’adesione siano ancora le migliori in base alle proprie necessità: è sempre possibile modificare i contribuiti, cambiare la linea d’investimento (si differenziano in base agli strumenti finanziari acquistati) oppure decidere di trasferire la posizione individuale presso un’altra forma complementare.