TFR nei fondi pensione: i 4 vantaggi economici per le aziende

Il decreto n. 252/2005 sui fondi pensione consente ai dipendenti di conferire alla previdenza complementare il TFR. Le aziende, che guardano al TFR come ad una forma di autofinanziamento, solitamente cercano di scoraggiare l’adesione dei dipendenti ad un fondo pensione perché ritenuto un costo, essendo visto come la perdita delle risorse accantonate annualmente.

Si tratta però di un modo di pensare generalizzato e sbagliato: in realtà, il conferimento del TFR ad un fondo pensione non è penalizzante per l’azienda, anzi, quest’ultima, può ricavarne diversi vantaggi economici (finanziari e contributivi). Infatti, sono state predisposte delle misure compensative in modo tale da rendere vantaggiosa la rinuncia a tenere il TFR in azienda.


Ecco in sintesi i vantaggi fiscali di cui beneficerà l’azienda i cui dipendenti aderiscano ad una forma di previdenza complementare:

  1. Le contribuzioni a carico del datore di lavoro vengono dedotte dal reddito di impresa e sono soggette al solo versamento di un contributo di solidarietà del 10%;
  2. Il TFR annuo destinato alla previdenza complementare si può dedurre dal reddito d’impresa per il 4% se l’azienda ha almeno 50 dipendenti, per il 6% se ne ha meno. Inoltre, la quota di TFR destinata al fondo pensione aperto è esonerata dall’obbligo di rivalutazione obbligatoria (1,5% fisso + 75% dell’inflazione);
  3. Non viene pagato il contributo al fondo di garanzia del TFR (pari allo 0,20% delle retribuzioni) e si può beneficiare di una riduzione delle 0,28% degli oneri sociali per gli assegni famigliari, per maternità e per disoccupazione;
  4. In caso di adesione collettiva, ossia tramite accordo plurimo tra i lavoratori ed il proprio datore di lavoro, la stessa garantisce al datore di lavoro di semplificare la gestione amministrativa del versamento dei TFR dei dipendenti aderenti e ottimizzare il costo del personale;

 

Inoltre, diversi sono i benefici anche per il lavoratore che decide di destinare il suo TFR ad un Fondo Pensione, ecco i 2 più rilevanti:

  1. I rendimenti finanziari sono superiori alla rivalutazione annua del TFR nel lungo termine;
  2. La differente tassazione nel momento dell’erogazione del TFR: tra il 15% e il 9% per il fondo pensione contro la più alta tassazione del TFR in azienda che varia tra il 23% e il 43%.


È certamente vero che la legge istitutiva dei fondi pensione ha privato le aziende di un’importante forma di autofinanziamento, ma è altrettanto vero che sono state create delle forme di compensazione, sia sotto forma di benefici fiscali sia contributivi, che compensano ampiamente la sottrazione di tali risorse, almeno per le aziende sane che possono sopperire a tale mancanza attraverso altre forme di finanziamento, sia interne che esterne all’azienda, a costi molto più bassi.

Infatti, tali aziende beneficeranno appieno dei vantaggi sopra elencati, anche se devono ricorrere al credito bancario, che ha comunque tassi inferiori; le aziende in perdita, invece, non potranno sfruttare i benefici fiscali ma godranno comunque di quelli contributivi e della mancata rivalutazione del TFR, per cui i benefici saranno finanziariamente solo leggermente inferiori, ma in questo caso andrà valutata la capacità di ricorrere a forme alternative di finanziamento.

 


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Enrico Zuccato

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